Il saggio - di cui, in calce, l'indice riporta il contenuto - analizza l’esperienza italiana di “Report”, un programma di giornalismo televisivo d’inchiesta, prodotto dalla Rai e realizzato da videogiornalisti freelance, ossia da reporter che girano direttamente i propri servizi con una piccola telecamera e che sono liberi professionisti, esterni alla struttura produttiva di Raitre che mette in onda i pezzi.
Tramite lo studio di questa trasmissione - modello esemplificativo tra l’altro unico in Italia - si è inteso fornire valide basi per indagare esperienze e prospettive del videogiornalismo freelance. Cogliendo spunto da questo caso concreto, si è cioè voluto compiere un lavoro originale che consenta di fare passi avanti nello studio di quella che molti considerano una nuova “grammatica televisiva” e “filosofia operativa” dell’attività giornalistica sul piccolo schermo.
Non esistendo alcuna bibliografia specifica sull’argomento, il progetto si è sviluppato come una tesi di ricerca, non meramente compilativa, in cui si è cercato di mettere a profitto il bagaglio di conoscenze accumulato negli anni di studi universitari.
Questa tesi cerca inoltre di sfruttare la grande opportunità che mi è stata offerta dalla giornalista e conduttrice, Milena Gabanelli nel nostro primo colloquio nella sua casa di Bologna, ossia i quattro mesi di stage trascorsi alla redazione di “Report” in Rai, dal 7 maggio al 14 settembre 2001.
In questo arco di tempo mi è stato possibile lavorare alla redazione di Via Teulada affiancando professionisti del calibro, appunto, di Milena Gabanelli e di Carlo Pizzati, in quel tempo coautore del programma. Mantengo i rapporti con i videogiornalisti, quotidianamente mi occupo del reperimento dei recapiti e dei primi contatti con gli intervistati che questi mi segnalano come necessari. In quell'anno di esordio in prima serata ho l'opportunità di collaborare con l'autrice Milena Gabanelli all'inchiesta "Esclusivo" sull'ostentazione del lusso; con Giorgio Fornoni per il servizio sui diamanti insanguinati "La pietra del cuore"; con Paolo Rossi Barnard per "Il marketing del farmaco" su comparaggio, informatori scientifici e psicofarmaci per bambini con deficit dell'attenzione; con Sabrina Giannini per la sua inchiesta su clima e Protocollo di Kyoto, "Terra: a qualcuno piace calda"; con Stefania Rimini per "La grande opera" sull'alta velocità ferroviaria (TAV); con Giovanna Corsetti per i pezzi su "Banca etica", "Perchè i denti non fanno parte del Servizio Sanitario Nazionale?" e "Perchè i cosmetici non hannno data di scadenza?"; con Chiara Baldassari - cui il mio pensiero ora va in un mesto ricordo di stima e amicizia - ai servizi su "Equo e solidale", "Patenti per disabili e cartelloni pubblicitari" e "Un girasole nel motore" sul tema del biodiesel; nel reportage "Il sottofondo della SIAE" sul diritto d'autore accompagno infine Bernardo Iovene in alcune interviste come videoperatrice di supporto. Inoltre utilizzo i CICS e il Catalogo Multimediale della Rai Radiotelevisione Italiana per la ricerca dei materiali di repertorio a completamento delle indagini dei reporter; curo la rassegna stampa sulla trasmissione e sui temi che in quel periodo questa è prossima affrontare; ho in carico la corrispondenza via posta elettronica con i telespettatori.
Di questa tesi di laurea in "Teoria e tecnica del linguaggio giornalistico" ne è stato relatore il professor Angelo Agostini; correlatrice la Preside del Corso di Laurea, docente di "Sociologia della comunicazione", professoressa Pina Lalli.
Il saggio che ne è derivato conta 784 pagine, in attesa di pubblicazione.
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